Inquadramento

Come funziona

Se vuoi assumere una badante è sempre meglio che tu lo faccia con un contratto che indichi le mansioni che deve svolgere, la durata minima (se a tempo determinato o indeterminato), la convivenza o meno, l’eventuale periodo di prova, l’orario, i riposi di lavoro, la retribuzione e infine le ferie.

Categorie

Anche i collaboratori domestici hanno un CCNL di riferimento (nello specifico il CCNL lavoro domestico), che li classifica in specifici livelli a secondo della loro qualifica, mansione, anzianità di servizio. A ogni livello corrisponde una retribuzione e un periodo di prova in fase di assunzione. Sono previsti quattro livelli: A, B, C e D.

LIVELLO A

Comprende i collaboratori domestici con meno esperienza e capacità, che svolgono compiti generici e non addetti all’assistenza di persone.

Il livello A si divide in due ulteriori sottolivelli che sono:

  • Livello A: comprende i collaboratori domestici;
  • Livello A Super: comprende i collaboratori addetti solo alla compagnia di persone.

LIVELLO B

Comprende i collaboratori che hanno già maturato un’esperienza lavorativa superiore a un anno e che hanno competenze più professionali.

Anche questo livello si suddivide in:

  • Livello B: ossia il collaboratore professionale, come può essere un giardinieri, un autista, etc.
  • Livello B Super: ossia l’assistente a persone autosufficienti.

LIVELLO C

Comprende i collaboratori professionali che svolgono il proprio lavoro in autonomia e responsabilità.

Si suddivide in:

  • Livello C: ad esempio il cuoco.
  • Livello C Super: è l’assistente a persone non autosufficienti, ma senza specifico diploma.

LIVELLO D

Comprende i collaboratori con specifico diploma, che svolgono il proprio lavoro in autonomia e gestiscono un team.

Si suddivide in:

  • Livello D: maggiordomo, capocuoco, etc.
  • Livello D Super: infermiere professionale, assistente geriatrico specializzato, etc.

Documenti

Il contratto di assunzione va firmato da entrambe le parti, in duplice copia (una consegnata al dipendente e una al datore di lavoro), allegando i rispettivi documenti di riconoscimento richiesti dall’INPS per l’avvio del rapporto di lavoro. I lavoratori stranieri extra UE devono, inoltre, essere in possesso di regolare permesso di soggiorno. Saremo noi a verificare tutto! Tu non devi fare nulla.

Rischi e sanzioni per chi non assume con regolare contratto

La Direzione generale per l’attività ispettiva del Ministero del lavoro, in ordine all’impiego di lavoratori domestici a nero, ha stabilito una serie di sanzioni, amministrative e civili.

 

Che succede se:

Non si comunica l'assunzione o cessazione all'Inps

Il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare all’Inps l’assunzione e anche l’eventuale trasformazione o cessazione del rapporto di lavoro. Se il datore di lavoro omette o ritarda la comunicazione obbligatoria all’Inps, deve pagare una sanzione amministrativa al Centro per l’Impiego che va da 200 a 500 euro per ogni lavoratore.

Non si iscrive il lavoratore all'Inps

Inviando la comunicazione all’INPS all’atto dell’assunzione, il lavoratore viene iscritto all’ente previdenziale. Se il datore di lavoro non invia la comunicazione obbligatoria di assunzione, il lavoratore non viene iscritto.
In questo caso, la Direzione Provinciale del Lavoro può applicare al datore di lavoro una sanzione che va da 1.500 euro a 12.000 euro per ciascun lavoratore “in nero”, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo, cumulabile con le altre sanzioni amministrative e civili previste contro il lavoro nero.

Non si pagano i contributi

Nel caso di “lavoro nero” (lavoratore assunto senza Comunicazione e senza iscrizione all’Inps) la legge prevede che, per l’omesso pagamento dei contributi di ogni lavoratore, il datore di lavoro debba pagare le sanzioni civili al tasso del 30% in base annua calcolate sull’importo dei contributi evasi con un massimo del 60% ed un minimo di 3.000 euro, indipendentemente dalla durata della prestazione lavorativa accertata. Quindi, anche per una sola giornata di lavoro “in nero”, il datore di lavoro può essere punito con la sanzione minima applicabile di 3.000 euro.

Questa sanzione civile è cumulabile con le sanzioni amministrative per la mancata comunicazione e per la mancata iscrizione all’Inps nei termini stabiliti.

Si pagano i contributi in ritardo

Il versamento tardivo dei contributi comporta per legge l’applicazione al datore di lavoro di sanzioni pecuniarie da parte dell’Inps, al tasso vigente alla data di pagamento o di calcolo (attualmente pari al 6,50% in base annua) e per un massimo del 40% sull’importo dovuto nel trimestre o sulla cifra residua da pagare.
Questo tasso di interesse si applica a condizione che il datore di lavoro effettui spontaneamente il versamento entro i 12 mesi dal termine stabilito per il pagamento dei contributi, prima di contestazioni o richieste da parte di Inps, Inail e Ispettorato del lavoro. Se questo termine non viene rispettato si ricade nel caso dell’evasione contributiva, sanzionata con un’aliquota del 30% in base annua sull’importo evaso nel trimestre.

Il lavoratore non ha il permesso di soggiorno

A queste sanzioni si aggiungerà l’arresto da tre mesi ad un anno e l’ammenda di 5000 euro per ogni lavoratore impiegato.

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